giovedì, dicembre 09, 2010

APPELLO ROMA3 14 DICEMBRE

Il 14 dicembre sarà una data chiave per i movimenti sociali del nostro paese: il giorno in cui tutti i soggetti oppressi dalle politiche dei tagli, della privatizzazione e della repressione assedieranno Montecitorio per sfiduciare questo governo.Un governo che, in linea con le politiche dei governi precedenti, attacca i diritti dei lavoratori e dei precari, smantella l’università e la scuola pubbliche, privatizza i beni comuni. Un governo che salva banche e privati, presentando il conto della crisi - che queste stesse banche e questi stessi privati hanno provocato - ai migranti, alle donne, agli studenti, ai lavoratori e alle lavoratrici di questo paese. 
Per noi studentesse e studenti, vittime di un disagio profondo e generalizzato che va ben oltre i contenuti della riforma Gelmini, questa data assume una doppia importanza: dopo giorni di mobilitazione contro un ddl che dà il colpo di grazia all’università pubblica, giorni che hanno visto migliaia di studenti bloccare intere città in tutta Italia, il voto al senato è stato rinviato a dopo la votazione della (s)fiducia. Una piccola grande vittoria per il movimento, che dimostra come le pressioni sociali possano puntare a ottenere dei risultati concreti e addirittura influenzare l’agenda politica. 
Nonostante questa vittoria, le mobilitazioni nelle università e nelle scuole non rallentano, continuano le occupazioni e le iniziative di riflessione politica in vista del 14 dicembre. Anche a Roma3 la mobilitazione studentesca è tutt’altro che in fase di riflusso: già dall’inizio della settimana sono state rilanciate le occupazioni a Lettere, al Dams e a Scienze Politiche mentre proseguono assemblee, iniziative e blocchi della didattica ad Architettura, Giurisprudenza, Ingegneria. Un clima di fermento che, tuttavia, non basta a fermare i progetti di fondazione privata e scuola d’eccellenza che il rettore Guido Fabiani è determinato a portare avanti contro il parere del corpo accademico e di studenti e studentesse.
Impaurito dalle numerose contestazioni di noi studenti, che più volte hanno manifestato la loro opposizione ad un progetto di privatizzazione calato dall’alto, il rettore Fabiani ha deciso di confondere le acque, spostando ripetutamente la data del senato accademico che dovrà approvare la scuola d’eccellenza, nei giorni in cui l’attenzione mediatica sarà rivolta altrove, prima al 9 dicembre, poi - guarda caso - al 14.Nascondere dietro una data cruciale per la vita politica del nostro paese, una scelta altrettanto fondamentale per il futuro dell’università di Roma 3, è il frutto di un bieco tatticismo che non intendiamo far passare sotto silenzio.
La posizione del rettore rispetto alla riforma Gelmini è da tempo nota, non solo alla luce delle sue dichiarazioni – l’ultima pubblicata sul Riformista una settimana fa – in cui sminuisce e denigra le proteste degli studenti e dei ricercatori sui tetti dei tre atenei romani, ma anche e soprattutto per il suo rifiuto a comunicare con le altre anime dell’università, cercando riparo sotto l’ombra della politica nazionale. L’obiettivo di Fabiani è infatti quello di far approvare lo statuto della fondazione direttamente dal ministero, prima che questa riforma e questo governo cadano, mettendo gli studenti e il corpo accademico di fronte al fatto compiuto.Appare chiaro dunque come la posizione del nostro rettore in merito alle politiche universitarie sia perfettamente in linea con il disegno di legge Gelmini a cui ci opponiamo da sempre. 
Intendiamo denunciare le politiche di controllo e di silenziamento del rettore nei confronti delle proteste portate avanti da studenti e ricercatrici: le bacheche rese inagibili tramite vetrate e lucchetti, le telecamere da grande fratello spuntate magicamente nelle facoltà mobilitate non riusciranno a spegnere il conflitto degli studenti che oggi più che mai chiedono a gran voce una revisione strutturale del modo di funzionare dell'università! 
Le occupazioni di questi giorni parlano di un'altra università in movimento, fatta dalle studentesse, dagli studenti e dai loro desideri di conoscenza, non asservibili agli interessi di mercato: ed è a partire da questa esperienza piena di occupazione e di autogestione nella nostra università che ci sentiamo di rivolgere un invito alla relazione a tutti quei soggetti che in questi anni, e in particolare in queste settimane, si sono battuti per il carattere pubblico dell'istruzione e della cultura in genere: a partire dagli studenti del mondo della scuola, colpito dalla furia devastatrice delle riforme Moratti e Gelmini, passando per i lavoratori precari della cultura e dello spettacolo che, già privi di diritti, sono vittime dei tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo, per arrivare ai ricercatori e ai docenti precari.
E' tempo di smettere di abbassare la testa!Non basta dimostrare la contrarietà alla Gelmini e al governo Berlusconi, c'è bisogno di riprendersi la parola e il diritto a decidere. Per questo motivo siamo sempre più determinati a riprenderci i nostri tempi e i nostri spazi, attraverso blocchi della didattica, occupazioni delle facoltà, autogestione di aule. Perché i nostri tempi di vita e di formazione sono radicalmente incompatibili con la gabbia dei ritmi che ci impongono!
Reclamiamo servizi e casa, gratuità dell'accesso all'università e alla formazione, rimozione degli sbarramenti al percorso universitario, abolizione della proprietà intellettuale, moltiplicazione delle borse di studio e dei posti alloggio sganciati da logiche meritocratiche.
Reclamiamo un'altra didattica e il diritto a decidere della nostra formazione, perché riteniamo che la parcellizzazione e frammentazione dei saperi non produce altro che precarizzazione e controllo. 
Sosteniamo il diritto all'autogestione e all'autogoverno di didattica e ricerca attraverso iniziative, discussioni, workshop, seminari autogestiti, feste, riappropriazione di spazi di socialità e relazione continuamente negati da queste riforme. La nostra formazione passa innanzitutto attraverso questi momenti, il sapere vivo che noi produciamo non è riducibile a merce, né misurabile in unità di tempo e crediti formativi!
Il 14 dicembre siamo pronti a ribadire la nostra sfiducia a questo governo e, in generale, a tutti i governi che vorranno portare avanti queste politiche, assieme a tutti i soggetti oppressi del mondo della cultura e del mondo del lavoro. La nostra protesta non potrà non investire anche il rettore Fabiani, che di queste politiche si fa promotore attraverso i suoi progetti di fondazione privata e di scuola d'eccellenza, regalando Roma3 ai privati e accentuando ancor più le differenze di classe al suo interno. Lanciamo quindi un'assemblea plenaria di preparazione al giorno della sfiducia, il 13 dicembre nella facoltà di Giurisprudenza di Roma3, invitando alla partecipazione le studentesse e gli studenti degli altri atenei in lotta, gli studenti medi, i lavoratori e i ricercatori precari, i docenti.
Siamo tutti/e eccellenti!
Contro la riforma non un passo indietro!

Student* di Roma3 in mobilitazione

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