martedì, ottobre 29, 2013

PRECARIETA' E TERRITORIO


PRECARIETÀ E TERRITORIO

Dibattito aperto tra soggetti precari di un territorio schiacciato tra speculazioni e un'università fabbrica di precarietà.
Riflessione sulle forme di autorganizzazione per la riappropriazione di spazi e tempi di vita.

MERCOLEDI' 6 NOVEMBRE, ORE 11
FACOLTA' DI SCIENZE POLITICHE - UNIROMA3


Interverranno:

- Alexis Occupato
- Degage Casaxtutti
- Collettivo Scienze Politiche RM3
- Piattaforma per il reddito di base e i diritti - Roma Sud
- Prof. F. Antonelli, insegnante e ricercatore di Sociologia presso il dipartimento di Scienze Politiche Roma Tre
- Prof. V. Carbone, ricercatore presso il dipartimento di Scienze della Formazione Roma Tre.


A SEGUIRE PRANZO SOCIALE


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L'Università di Roma3 è stata più volte definita "fabbrica del sapere", definizione poi spesso accostata a quella di "fabbrica della precarietà".
Fabbrica del sapere, perché funzionante con modalità molto simili a quelle di un'impresa, impresa che confeziona per gli studenti nozioni e concetti omologati, privi di qualsivoglia spunto di riflessione o possibilità di approfondimento in ambiti che non siano strettamente necessari alla produttività che, in questo caso, è data dal continuo susseguirsi di prove d'esame; ciò rende lo studente totalizzato e alienato in questa sua condizione dalla quale non può uscire fino al compimento del corso di studi: la sua vita dovrà svolgersi tra la facoltà e l'abitazione dove si reca per studiare e riposare. Non vi sono spazi e tempi alternativi, che siano di aggregazione, di svago o di qualsiasi altro tipo di attività esterna all'Università.
Al contempo questa condizione di vita è messa in crisi da un inadeguato sistema di welfare per gli studenti che, già prima del conseguimento della laurea che li proietterà nel mondo del lavoro in condizioni disagiate e di forte precarietà, si trovano costretti a subire politiche lavorative di sfruttamento per potersi mantenere agli studi. Ci si trova di fronte infatti alla più totale mancanza di politiche sul reddito e sulla casa. Le borse di studio sono poche e mal finanziate, non esiste nessuna forma di reddito diretto, differito o indiretto per i soggetti in formazione né c'è in generale alcun tipo di reddito minimo garantito, condizionato o incondizionato che sia. Stesso discorso vale per gli alloggi: mancano le residenze e gli alloggi universitari, manca qualsiasi tipo di politica seria a livello nazionale in relazione all'abitare e anzi l'università preferisce, come nel caso di RomaTre, alimentare il mercato privato degli affitti creando una sorta di agenzia immobiliare che mette in relazione gli studenti con i proprietari di appartamenti da affittare. A tutto questo si accompagna l'esistenza di un mercato nero ampiamente tollerato in cui lo studente si ritrova senza diritti o certezze nei confronti del padrone di casa.
Inutile dire che l'impoverimento generale non permette più allo studente (per chi prima ne avesse avuto possibilità) di attingere da un welfare familiare adesso completamente in crisi, dove le famiglie stesse non riescono più a raggiungere neanche la 3° settimana del mese.
Naturale conseguenza di queste politiche sarà il rallentamento del piano di studi se non, talvolta, la totale impossibilità nel proseguirli.
Il fenomeno dell'abbandono degli studi universitari infatti in Italia è estremamente elevato. Secondo dati del 2009 solo il 45 % degli immatricolati arriva alla laurea e i tassi di abbandono durante il primo anno di studi sono da circa un decennio costanti intorno al 20%. Buona parte delle analisi sul tema rintracciabili sul web individua le cause di un abbandono così elevato nella disorganizzazione degli atenei italiani, nella mancanza di un efficiente sistema di tutoraggio o nello shock del passaggio dalla scuola superiore all'istruzione universitaria. Addirittura qualcuno fa notare che grazie all'introduzione del 3+2 la percentuale di abbandoni è diminuita e il numero di laureati (titolo triennale) è aumentato. Bisogna però notare che la laurea triennale è un titolo poco qualificato e qualificante, che consente un mero accesso assai svantaggiato al mondo del lavoro.
Infine l'influenza dell'università, e nello specifico di Roma Tre sul territorio di San Paolo e limitrofo, non si esaurisce solo nelle ripercussioni che ha sulla vita degli studenti e dei precari che ci lavorano; la terza università è probabilmente la più grande impresa di Roma Sud e il suo impatto col territorio è stato devastante anche in relazione alle questioni del reddito e della casa: il livello degli affitti è salito ed è in costante aumento dalla nascita di Roma Tre, il numero stesso di spazi destinati all'abitare diminuisce in favore degli uffici e in generale è salito il costo della vita.

A partire da ciò, come ci si può organizzare per non subire le politiche di "indottrinamento" passivo del sapere e di sfruttamento del soggetto studentesco, fortemente volute dalla governace capitalistica?
Come ci si può autorganizzare per reagire e riappropriarci degli spazi e dei tempi di vita, di un sapere indipendente e della conoscenza dentro e fuori le facoltà?

L'Assedio Continua


31 ottobre 2013 dalle ore 11 tutt* a Palazzo Chigi
La Conferenza Stato/Regioni/Province/Comuni, convocata dal Governo Letta per il 31 ottobre con l'obiettivo di definire un decreto sulle politiche abitative, ha avuto un prologo decisamente insoddisfacente nell'incontro tra i movimenti sociali e il ministro Maurizio Lupi.
La forte distanza tra le condizioni poste con la sollevazione e l'assedio del 19 ottobre e le posizioni espresse dal governo tramite il ministro delle infrastrutture e trasporti è sotto gli occhi di tutti ed è per questo che un'altra giornata di assedio va costruita in concomitanza con la Conferenza.
L'indisponibilità nel mettere in campo misure urgenti destinando a necessità sociali come la casa e il reddito le risorse utilizzate per le grandi opere e i grandi eventi dimostra che a partire dalla manifestazione del 19 ottobre ora più che mai la sollevazione e l'assedio devono essere permanenti.

da http://www.coordinamento.info/index.php/mobilitazioni/1094-l-assedio-continua

martedì, ottobre 22, 2013

SI PARTE E SI TORNA INSIEME, TUTT* LIBER*!



Il 19 ottobre anche gli studenti e le studentesse di Roma Tre sono scesi in piazza insieme ad altre 70.000 persone in un corteo variegato, ma forte, determinato e compatto per ribadere che l'unica grande opera di cui abbiamo bisogno è CASA E REDDITO X TUTT*. Crediamo che la manifestazione sia stato un ottimo punto di partenza per un percorso di unificazione a livello nazionale di tutte le lotte che combattono contro l'austerity, la precarietà e la speculazione. Inoltre crediamo che getterà le basi per una più forte aggregazione all'interno della facoltà di Scienze Politiche in modo tale che torni ad essere un terreno di conflitto.

Ma la cosa che ci preme sottolineare di più in questo momento è che lo slogan SI PARTE E SI TORNA INSIEME, coniato nelle lotte in Val di Susa, dev'essere una pratica reale di movimento e conflitto; perciò ci riteniamo complici e solidali con tutto ciò che è accaduto durante il corteo e chiediamo l'immediata scarcerazione dei compagni e delle compagne arrestati rinnovando l'invito a partecipare al presidio di solidarietà indetto per domani 23 ottobre sotto Regina Coeli per l'interrogatorio di convalida del fermo da parte del GIP.

TUTT* LIBER*!

Collettivo Scienze Politiche Roma Tre

martedì, ottobre 15, 2013

COMUNICATO ASSEMBLEA D’ATENEO ROMA TRE




Oggi, 15 Ottobre, si è svolta nell’atrio della facoltà di Lettere e Filosofia un’assemblea che ha coinvolto studenti e studentesse dell’ateneo per discutere sulla partecipazione al corteo del 19 Ottobre.
Abbiamo deciso di aderire alla sollevazione generale con uno spezzone autonomo di Roma Tre.
Le motivazioni riguardano sia un’adesione alla piattaforma politica che caratterizza questa giornata, ma anche i possibili che potrebbe aprire all’interno dell’Università.

Perché il 19?

  • Perché rende esplicita la crisi delle rappresentanze politiche. A scendere in piazza sarà quella vastissima porzione di persone che abitano il territorio nazionale e che non hanno, né spesso chiedono di avere, una rappresentanza: sono i “senza parte”, migranti, precari del lavoro e della scuola, famiglie di occupanti, rifugiati politici, movimenti che lottano contro le nuove infrastrutture e la devastazione dei territori. Tutte quelle persone che non erano contemplate nella piazza del 12 Ottobre.
  • Perché non è una sfilata escludente di sigle partitiche o sindacali, che unisce sotto un’unica bandiera la diversità delle istanze sociali, ma una manifestazione di pluralità di lotte che sono già in corso e che potremmo chiamare “di prima necessità”: per la casa, per la dignità di vita, per la possibilità di autodeterminare il proprio presente e il proprio futuro. Riteniamo che sia da queste lotte, e dalle pratiche realmente conflittuali che innescano, che possono nascere nuove indicazioni sui modi di fare e pensare la politica.
  • Perché hanno connessioni immediate con un piano internazionale: non solo in quanto rispondono a misure di austerità e a politiche economiche che riguardano tutto il territorio europeo, ma anche perché producono forme di resistenza e autorganizzazione, comune e dal basso, che stanno nascendo, potremmo dire, in tutto il mondo.
  • Perché l’Università non può rimanere un terreno estraneo a tensioni sociali che la riguardano direttamente. Le politiche di normalizzazione e di azzeramento del conflitto hanno fatto sì che da qualche anno, a Roma Tre, regni l’obbedienza e l’indifferenza. Contempliamo, quindi, l’autorganizzazione come una pratica possibile anche qui nella forma di una messa in comune dei saperi e nella messa in crisi della produzione di verità dominante.
  • Perché evidenzia una politica mediatica di criminalizzazione del dissenso chiaramente rivolta a minimizzare la portata trasformativa che potrebbe avere questa giornata attraverso una separazione strumentale tra “buoni (e a diritto!) cittadini” e “cattivi marginali”.


Alla fine dell’Assemblea abbiamo deciso di incontrarci domani 16 Ottobre per partecipare al pranzo sociale del collettivo C.S.P. che si terrà alle ore 12.30 presso la Facoltà di Scienze Politiche e poi riunirci, alle ore 15:00, per discutere insieme sulle modalità con cui scendere in piazza sabato.

Invitiamo tutti e tutte, presenti e non all’assemblea, a partecipare!