giovedì, giugno 05, 2008

Lettera aperta

I fatti dell’università La Sapienza devono spingere tutti coloro che vivono quotidianamente il nostro Ateneo a una presa di posizione netta su ciò che è accaduto e ad elaborare una risposta di condanna condivisa da studenti e studentesse, docenti, ricercatori, lavoratori e lavoratrici.
In un clima di qualunquismo e indifferenza, in cui l’antifascismo viene messo sullo stesso piano del fascismo, l’università, luogo di elaborazione dei saperi, di confronto delle posizioni e di ricerca storica, non può ammettere che vengano alimentate forme di revisionismo e di propaganda politica dichiaratamente nazi-fascista, quindi antidemocratiche. Il nazifascismo non può essere considerato un’opinione tra le tante; esso è invece una pratica e una cultura violenta contraria alla democrazia e per questo deve rimanere fuori dalle nostre facoltà.
Le nuove forme di fascismo si esplicitano nella messa in discussione dei diritti e della dignità dei migranti, nell’intolleranza verso tutti e tutte coloro che vivono diversamente la propria sessualità (lesbiche, gay, transessuali e bisessuali), nei raid squadristi contro i campi Rom. Le stesse uccisioni di Renato Biagetti a Focene e di Nicola Tommasoli a Verona, sono originate dal clima d’odio che ha generato l’aggressione agli studenti de La Sapienza.

Combattere il neofascismo significa abbandonare la politica dell’equidistanza, che equipara chi nelle facoltà promuove la partecipazione e chi invece la nega con atteggiamenti intimidatori; significa saper distinguere la ricerca storica e scientifica dal revisionismo funzionale alla propaganda politica.

E’ dovere dell’intera comunità accademica ribadire che l’antifascismo è il valore fondante della costituzione italiana, patrimonio comune della collettività e non di una stretta minoranza, e che il dibattito democratico presuppone il rifiuto di tutte le forme di intolleranza, di razzismo e di violenza squadrista.
Chiediamo infine a chi lavora e chi studia nel nostro ateneo di impegnarsi quotidianamente contro il neofascismo, la violenza e il clima di intimidazione, per un’università partecipata, democratica, in cui non abbiano più spazio episodi come quello de La Sapienza .


Studenti e Studentesse Antifascisti/e