sabato, febbraio 27, 2010

Primo Marzo Manifestazione contro lo sfruttamento e le leggi razziali

1/3/2010, ORE 17 PORTA MAGGIORE

martedì, febbraio 16, 2010

SIT-IN DI CONTRO-INAUGURAZIONE A ROMA TRE

Oggi 16 febbraio circa un centinaio di studenti si sono riuniti in sit-in davanti la facoltà di Economia di Roma Tre con l'intento di manifestare il proprio dissenso contro l'inaugurazione dell'anno accademico celebrata dal rettore Fabiani alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In questa occasione gli studenti e le studentesse hanno voluto porre l'attenzione sui veri problemi dell'Ateneo che, per far fronte agli ingenti tagli previsti dalla riforma Gelmini, attua scelte economiche che penalizzano sia gli studenti che i lavoratori di Roma Tre, esprimendo il dissenso generale che si respira nelle facoltà.  Nonostante i propositi pacifici degli studenti, però, il dispiegamento di forze dell'ordine è stato enorme e ha impedito il regolare svolgimento del sit-in relegandoli in un angolo poco visibile di via Silvio d'Amico.

Riteniamo comunque fuori luogo una simile cerimonia di inaugurazione, con la quale si finge di non vedere il baratro in cui sta cadendo l'istruzione pubblica minacciata da governi decisi a farle assumere un carattere sempre più classista e privato.

Assemblea Permanente Studenti e Lavoratori di Roma Tre Contro la Riforma Gelmini

sabato, febbraio 13, 2010

Appello per il sit-in di controinaugurazione di martedì 16 febbraio


Martedì 16 febbraio, presso la facoltà di Economia di Roma3, si terrà l'inaugurazione dell'anno accademico, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questa celebrazione a nostro avviso è totalmente fuori luogo: perchè l'università pubblica è a un passo dall'affossamento, perchè il nostro ateneo calpesta i diritti dei/lle lavorat* e degli/lle student* e perchè le nostre facoltà sono continuamente teatro di provocazioni e aggressioni da parte di fascisti di ogni risma.
In un contesto simile, ci domandiamo che senso abbia festeggiare l'inizio di un nuovo anno accademico che potrebbe rivelarsi l'anno decisivo per il passaggio verso la privatizzazione della nostra università, e invitiamo per questo gli studenti e le studentesse a partecipare al sit-in che si terrà lo stesso 16 febbraio a partire dalle ore 8.30 davanti la facoltà di Scienze Politiche di via Chiabrera.


-Privatizzazione e Fondazione Roma3-
L'Università italiana è sotto attacco da parte del governo che, per fronteggiare la crisi, ha deciso di risparmiare sull'istruzione pubblica. I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario hanno costretto gli Atenei italiani a diminuire la qualità e la quantità dei servizi, che già in precedenza non sono mai state brillanti. Il governo ha offerto una scappatoia agli atenei: se non sono sufficienti i fondi pubblici stanziati, c'è la possibilità di costituire delle fondazioni private per intercettare i finanziamenti da banche e imprese.
Roma3, che in materia di privatizzazioni è sempre all'avanguardia, ha già pianificato il percorso da seguire. Il Consiglio di Amministrazione di Roma3, infatti, in totale sintonia con la linea aziendalista e privatizzatrice del governo, ha decretato che uno dei modi per limitare i danni dovuti ai tagli all'FFO sarà la costituzione di una Fondazione Roma3, capace di ricevere i finanziamenti da parte dei privati. Ovviamente questi finanziatori non sono enti di beneficenza, ma agiscono secondo la logica del profitto:io do qualcosa per ottenere qualcos'altro. Un esempio di tutto questo lo abbiamo visto con la questione della fondazione Roma3-Maruffi: i fratelli Maruffi hanno sì donato “gratuitamente” all'ateneo un casale del '600, ma in compenso hanno ottenuto un vitalizio di circa 120.000 euro all'anno.
Se a ciò si aggiungono le disposizioni della futura riforma Gelmini, che prevedono che la metà del consiglio d'Amministrazione degli atenei dovrà essere costituito da privati, il risultato è facilmente prevedibile: coloro che finanzieranno l'Ateneo saranno gli stessi che siederanno al tavolo del CdA.
Una privatizzazione mascherata del nostro ateneo pubblico.


-Diritti dei lavoratori e servizi agli studenti-

Nonostante gli ingenti tagli imposti dal governo, non possiamo dire che Roma3 stia conducendo una seria politica di risparmio. Recentemente l'ateneo ha mobilitato ingenti risorse finanziarie volte all'acquisizione di una serie di stabili dentro e fuori Roma. Inoltre, l'Ateneo ha avviato un processo di esternalizzazione dei servizi con esiti disastrosi tanto per gli studenti e le studentesse, quanto per i lavoratori e le lavoratrici.
Sinteticamente, prima dell'esternalizazzione l'ateneo pagava direttamente i lavoratori per offrire un certo servizio; dopo l'esternalizzazione l'ateneo paga una cooperativa affinchè eroghi quello stesso servizio; il problema è che l'ateneo non solo non paga una cifra significativamente inferiore, ma il servizio è stato notevolmente ridimensionato, qualitativamente e quantitativamente. Il peggioramento del servizio è dato sia dalla diminuzione del monte ore dei lavoratori, sia dal licenziamento o dal trasferimento degli stessi in altre strutture. Il risultato: meno diritti per lavoratori/trici e peggioramento del servizio offerto a studenti e studentesse.
Siamo convinti che sia necessario unire le lotte dei lavoratori/trici e degli studenti/esse, gli uni per tutelare il proprio diritto al lavoro, gli altri per difendere la qualità del servizio.


-Derive neofasciste-
Da sempre Roma3 è stata il laboratorio della destra radicale romana e i gruppi universitari di destra (come ad esempio azione universitaria) sono l'anello di congiunzione tra estrema destra e destra istituzionale. Tale contesto ha fornito la cornice ideale a un'organizzazione neo-fascista come Blocco Studentesco per un tentativo di radicamento nell'ambiente niversitario e territoriale e per ottenere a Roma Tre quell'agibilità politica che gli è stata negata nel resto degli atenei italiani grazieall'azione degli/lle student* democratic* e antifascist*.
Blocco Studentesco è un'organizzazione studentesca neofascista che fa capo a Casa Pound Italia, che si è resa nota in tutta Italia per episodi di violenza, razzismo e criminalità comune. La nostra università non è immune da questo fenomeno: dopo un anno passato ad aggredire ed intimidire gli/le studenti/esse dell'ateneo, questi soggetti ora tentano di ripulire la propria immagine mascherando la loro indole violenta e autoritaria dietro una veste democratica. Tutto questo al fine di presentarsi alle prossime elezioni studentesche e conquistare una carica istituzionale. Riconoscere a questi individui spazi di agibilità politica tali da permettergli di organizzarsi e agire politicamente in questa università e quindi in questo territorio costituisce un problema non solo per gli studenti ma anche per la Roma democratica e antifascista.


Ci appelliamo quindi agli studenti e alle studentesse, ai lavoratori e alle lavoratrici, alle associazioni, ai sindacati alle realtà autorganizzate e a tutte le forze democratiche e antifasciste affinchè partecipino a questo sit in per:
• difendere il carattere pubblico e la qualità dell'istruzione contro le logiche aziendaliste del governo nazionale e d'ateneo
• lottare per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici di Roma3, contro le esternalizzazioni e a tutela della continuità occupazionale
• difendere gli spazi di democrazia e di agibilità politica nell'università e nel territorio contro il dilagare delle organizzazioni neo, nazi e post fasciste
• chiedere che venga rispettato il divieto costituzionale di ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma

Assemblea Permanente Studenti/esse e Lavoratori/trici di Roma Tre contro la riforma Gelmini

venerdì, febbraio 12, 2010

Sabato 13 febbraio 2010 Manifestazione Nazionale NO VAT


Il 13 Febbraio 2010 per il quinto anno scendiamo ancora in piazza contro il Vaticano
per denunciarne l’invadenza nella politica italiana: è infatti uno degli attori che
agiscono nelle complesse dinamiche di potere sottese a un sistema autoritario e
repressivo.
L'11 febbraio 1929 i Patti Lateranensi sancivano la saldatura tra Vaticano e regime
fascista, oggi le destre agitano il crocefisso per legittimare un ordine morale in linea
con l’integralismo delle gerarchie vaticane, lo strumentalizzano per costruire
un'identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista e
familista.
Da una parte le destre criminalizzano immigrate ed immigrati, istigano a una vera
“caccia all’uomo”, li/le rappresentano come la concorrenza nell’accesso alle risorse
pubbliche mentre nessuno affronta il problema di un welfare smantellato e
comunque disegnato su un modello sociale che non c’è più. D’altra parte la chiesa
cattolica legittima esclusivamente questo modello di società, basato sulla famiglia
eterosessuale tradizionale, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è
subordinato all'altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza.
Su un altro fronte, destra moderata e sinistra riformista attuano il tentativo di
procedere ad un'assimilazione selettiva dei soggetti minoritari sulla base della
disponibilità espressa a offrirsi docilmente a legittimare discorsi razzisti, eterosessisti
e repressivi. E' prevista l'inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in
discussione il potere: c'è un piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre
figure della diversità, purché confermino l'ordine razzista, sessista e repressivo.
In questo quadro, nel movimento lgbtq, abbiamo assistito alla comparsa di “nuovi”
soggetti che ne usano le parole d'ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a
protezione delle soggettività supposte deboli pongono i loro carnefici. Chi legittima
questi “nuovi” soggetti, contribuisce a produrre un ulteriore spostamento a destra, a
normalizzare la presenza delle destre radicali nel dibattito pubblico.
Fuori da queste lotte interne al potere, dobbiamo constatare la diffusa e asfissiante
presenza di un’etica cattolica, un modello di politica che propone come uniche
alternative di “rinnovamento” il moralismo e il giustizialismo. Sappiamo che se oggi il
Vaticano appare meno interventista è solo perché non ne ha bisogno: già nel nostro
paese possiede il monopolio dell’”etica” che abbraccia indistintamente governo e
opposizione parlamentare che fanno a gara - come sempre - ad inginocchiarsi
all’altare del giustizialismo e del buonismo ipocrita.
Respingiamo il tentativo di espropriare anche i movimenti di lesbiche, gay, trans e
femministe, di categorie fondamentali quali l'antifascismo, altrimenti l'ambiguità
politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest'ordine morale e
politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria in cambio
dell'assuefazione alla repressione.
Contrastiamo questo potere che, dove non addomestica, reprime e, attraverso
l’ordine morale vaticano, assume dispositivi di disciplinamento e controllo sociale
che negano qualunque tipo di autodeterminazione: l'autodeterminazione sociale ed
economica dei e delle migranti, l'autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita di
donne, gay, lesbiche e trans, ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso e di
conflitto.
Denunciamo che quando il processo di addomesticamento non si compie viene
utilizzato il carcere, il CIE (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la
paura, la noia, la solitudine, l'intimidazione e la criminalizzazione per neutralizzare gli
elementi di dissenso non previsti e non gestibili: migranti, movimenti, studenti,
lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e.
Riaffermiamo che antirazzismo, antifascismo, antisessismo sono lotte, necessarie
l'una all'altra, da condurre anche contro l'uso strumentale delle libertà di donne e
lgbt per rafforzare e legittimare un modello razzista.
Portiamo in piazza i nostri percorsi di autodeterminazione nell'acutizzarsi della crisi
economica e dello smantellamento dello stato sociale - in particolare della scuola e
dell'università - che tanto spazio lascia alle imprese private e confessionali.
Riaffermiamo le diversità e le differenze sociali, sessuali, culturali, contro l'identità
nazionale razzista e eterosessista che ci vogliono imporre e contro l'ordine morale
vaticano.
Portiamo in piazza i nostri percorsi di liberazione per ribadire la nostra volontà di
agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale.

Manifestazione Nazionale NO VAT
Autodeterminazione laicità antifascismo antirazzismo liberazione

http://www.facciamobreccia.org/