lunedì, aprile 26, 2010

Roma3 Calling 30 Aprile @ Parco Brin ore 16.00


ROMA3 CALLING VENERDI' 30 APRILE ORE 16.00 @ PARCO BRIN
Giornata di aggregazione e condivisione tra università e territorio
Programma:

DALLE ORE 16.00:
-Buttati nella mischia: Rugby con gli All Reds-Rompi le gabbie: Torneo di calcetto (chiusura iscrizioni ore 16.30)
-Musica dal vivo con Fonderia Romana-Vai col liscio con Balera Popolare
-Writings & Giocoleria

ALLE ORE 19.30:
-Aperi-Cena Sociale con Melody Roots ft. Edub & Easy Roots

ALLE ORE 20.30:
An original antifà raggamaffin event con Baracca Sound live on the mic

Assemblea Permanente Roma3
RECALL Rete Collettivi Assemblee Laboratori in Lotta


sabato, aprile 24, 2010

Blocca il blocco! - Per uno spezzone studentesco al corteo del 25 aprile


Esiste un progetto politico e culturale in atto in questo paese che mira a costruire una società fatta di autorità, controllo e repressione. Le centinaia di migranti reclusi nei CIE, i tagli al mondo della formazione, la privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni, il saccheggio dei territori, l'accentramento dei poteri, la precarizzazione diffusa e i crescenti attacchi al mondo del lavoro, ne sono un minimo ma vivido esempio.
Il governo per compiere questo progetto utilizza le sue strutture giovanili, che perseguono i loro obiettivi politici tramite violenza, odio e intolleranza.
L’organizzazione giovanile filogovernativa Blocco Studentesco parla di una presunta “giovinezza al potere”. Le ultime bravate di questo “movimento” parlano chiaro, e la memoria va dritta a Piazza Navona, Ottobre 2008, mentre l’Onda degli studenti riempiva le strade portando in piazza una forza di rinnovamento che, con la sua determinazione e la sua gioia, scuoteva le acque torbide di un Paese in mano alle Destre e alle forze xenofobe e reazionarie. In quella circostanza, il Blocco e Casa Pound tentarono una sottile operazione di destabilizzazione che andava ben oltre la semplice violenza sui manifestanti e che corrispondeva a un disegno ben preciso: creare un problema di ordine pubblico per impedire alla forza dell’Onda di esprimere tutta la sua potenza vitale. Che la contestazione alla 133 del Blocco e di Casa Pound fosse una “facciata” per nascondere il fatto che agissero in funzione degli interessi del Governo fu chiaro a tutti.
Una contiguità, quella tra “i fascisti del terzo millennio” e l’asse PdL-Lega che si presenta costante nel tempo, come dimostrano la candidatura di Padovan a Verbania nelle liste del PdL e l’appoggio politico ed elettorale a Buscemi, Malcotti, Palozzi (tutti PdL), a Formigoni e alla Polverini per le Regionali.
Un movimento, dunque, che in strada reclama mutuo sociale, diritto alla casa, al lavoro, allo Stato Sociale e grida “giovinezza al potere” ma, di fatto, appoggia un governo che tra le sue fila vanta gente del calibro di Gelmini e Tremonti, responsabili della “macelleria sociale” perpetuata attraverso gli ingenti tagli pubblici che hanno investito scuola, università, sanità e previdenza, e ultra-liberisti come Brunetta, il quale con la retorica dei bamboccioni, ci consegna un’Italia di precari e giovani senza futuro, necessitati a non poter uscire fuori dalle pastoie del familismo.
Il passaggio elettorale di Roma Tre e di Tor Vergata è per Blocco Studentesco il momento di legittimazione a livello universitario: il tentativo, nel nome del “ribellismo” di insediarsi nell’ennesimo organo di potere e da lì sedare ogni forma vera, partecipata e antagonista di movimento degli studenti nel nome del progetto politico e culturale dettatogli da Berlusconi.
Per questo chiediamo alle istituzioni accademiche di non accettare liste apertamente neofasciste, cosi come la Costituzione impone.
Lontani dalle posizioni eversive dell’estrema destra extraparlamentare degli scorsi decenni, i “fascisti del terzo millennio” sembrano più il “braccio violento” dell’attuale governo mentre ciò che hanno ereditato pienamente dai loro “fratelli maggiori” è la violenza e l’atteggiamento squadristico con il quale agiscono quotidianamente: dall’aggressione ad un giovane studente, tra i promotori nel 2007 di una grande mobilitazione degli studenti medi contro la parata militarista del Blocco, in piazza per una manifestazione in memoria delle Foibe, a quella del 2 Febbraio 2009, nel Liceo Mamiani, quando uno studente fu aggredito con calci, pugni e un casco da motocicletta, fino ad arrivare ai fatti recenti di Tor Vergata (un ragazzo con braccio rotto, un altro ferito al setto nasale e ai denti, più 15 giorni di prognosi ad una ragazza con due traumi cranici), alle frequenti minacce e aggressioni ai migranti, e alla bravata di Valco SanPaolo.
Per queste ragioni, lanciamo un appello alla città affinché risponda alla manifestazione indetta dal Blocco Studentesco il 7 Maggio a Piazza Vittorio, con l'apertura di una campagna che con forza chieda l’inagibilità e la non accessibilità a spazi politici di questi signori.
Rilanciamo per questo l’appuntamento fondamentale del 25 Aprile, giornata non solo del ricordo celebrativo della liberazione, ma dell'antifascismo attuale, delle nuove resistenze, costruendo uno spezzone studentesco, che sappia parlare dell'università dentro il contesto complessivo e che sia tappa centrale verso l’opposizione al 7 Maggio.

Studenti e studentesse della Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata

sabato, aprile 17, 2010

19 aprile ore 15 - Facoltà di Lettere - iniziativa sull’autoritarismo e la riforma Gelmini

Alle realtà del territorio e cittadine. Agli studenti medi e universitari.
L'assemblea permanente Roma Tre, a seguito del divieto da parte dell'ateneo di svolgere l'iniziativa sul neo-autoritarismo e le nuove resistenze del 19 Aprile organizzata con la Rete Antifascista Metropolitana, ribadisce che tale iniziativa avrà comunque luogo.
Il tentativo di ridurre le iniziative delle realtà autorganizzate d'ateneo a occasioni di scontro, come le ha definite il rettore Fabiani,in nessun modo può essere accettato da chi ogni giorno nell'università costruisce
conflitto, produce cultura e organizza percorsi sociali.
Autoritarismo, riforme universitarie, beni comuni e gestione della crisi, sono temi che assumono centralità soprattutto adesso che Roma Tre e il territrorio in cui è inserita sono attraversati da rigurgiti di neofascismo: fenomeno visibile di una più ampia strategia che mira a reprimere il dissenso e a imporre schemi machisti, razzisti e militaristi.
Come studenti e studentesse di Roma Tre, attivi anche in percorsi cittadini dalla questione abitativa ai diritti dei migranti, vogliamo aprire questa giornata ai soggetti che animano le lotte sociali a Roma, e che degli stessi fenomeni sono spesso vittime.
Rilanciamo dunque l'appello, e la discussione che a partire dalla riforma Gelmini sappia tracciare un quadro complessivo oltre l'università, grazie agli interventi delle realtà che vorranno condividere con noi la giornata del 19 aprile.
Non ci faremo dettare l'agenda dalle aggressioni fasciste e non ci faremo chiudere spazi per normalizzare quel clima di tensione che non è certo alimentato dal confronto culturale, ma dallo squadrismo organico ai progetti del potere.
Appuntamento per lunedi 19 aprile, ore 15.00, facoltà di lettere e filosofia Roma Tre.
via ostiense 234 metro B marconi.
Assemblea permanente Roma Tre
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APPELLO PER L'INIZIATIVA ANTI-AUTORITARIA A ROMA TRE
19 aprile 2010, ore 15, vasca della facoltà di lettere e filosofia
via ostiense 234. metro B marconi
Insieme alla rete antifascista metropolitana, l'assemblea permanente dell'università Roma Tre organizza un'iniziativa sull’autoritarismo e la riforma Gelmini.
Inserita nel percorso di identificazione delle nuove resistenze, per un 25 aprile attuale e dentro i conflitti sociali odierni, l'iniziativa vuole tentare di leggere la trasformazione dell’università dentro le dinamiche complessive della ristrutturazione del capitale e del neo-autoritarismo col quale si intende gestire la crisi.
La riforma Gelmini, e i decreti legge che la precedono, produce un impoverimento delle conoscenze ed esaspera il legame tra apprendimento e lavoro, considerando la formazione come passaggio organico alla precarietà esistenziale. E’ il tassello finale dei progetti europei avviati col processo di Bologna, il trattato di Lisbona, e fondati sui Cfu e la parcellizzazione dei saperi.
L'annientamento dell'aspetto pubblico dei sistemi formativi, l'apertura ai privati dei consigli d'amministrazione, la figura del manager sul modello aziendale, il passaggio dei fondi per il diritto allo studio al ministero dell'economia e le fondazioni private, dichiarano la volontà del governo di creare un’università di massa precaria con poli di eccellenza per le classi dirigenti.
E' un attacco al sapere critico, all'autonomia della ricerca e all'universalità del diritto alla conoscenza. E come ogni attacco ai diritti fondamentali, la gestione del dissenso da parte del potere si fonda sulla repressione, di cui gli arresti seguiti al G8 dell’ università a Torino a carico di decine di attivisti del movimento studentesco è stato il punto più alto.
Ma l’aspetto direttamente autoritario è l’esigenza del potere di asservire lo studio e la produzione intellettuale al sistema e agli interessi di aziende e multinazionali, creando zone di consenso laddove invece dovrebbero aprirsi spazi di critica, culture alternative, diffusione dal basso delle conoscenze.
A modalità di trasmissione orizzontali e multiformi del sapere, l’università italiana concepita dalle riforme degli ultimi vent’anni contrappone verticalità e frammentazione, specializzazione e frontalità gerarchica delle lezioni. Modalità che impongono inoltre un sapere maschile-dominante, che vorremmo fosse invece integrato da un sapere femminile, da sempre marginalizzato e considerato meno importante, indispensabile invece per riallacciare i fili di una storia dalla quale molte e molti sono stati esclusi.
Si propone così un sistema che mira a riportare le donne tra le mura domestiche anche attraverso una sempre più diffusa precarizzazione e diminuzione del lavoro di insegnamento, da sempre molto interessato dalla presenza femminile.
Lo studente e la studentessa sono dunque alienati dentro la fabbrica di precarietà, e sono sempre più privati di spazi di socialità e di autoformazione, costretti a organizzare il loro studio sulla rincorsa ai cfu, a subire i tempi esasperati dei ritmi imposti da tale rincorsa.
I loro stessi desideri e le dinamiche di autorganizzazione e di riappropriazione dentro e fuori le facoltà vengono schiacciati o impediti.
La ripresa di tempi e spazi, l’autonomia della ricerca e l’orizzontalità della conoscenza, l’autorganizzazione e la riappropriazione dei propri contenuti e dei propri bisogni, diventano allora fondamentali nella battaglia contro la riforma Gelmini e il sistema in cui si inserisce.
Il ruolo del gruppetto neofascista chiamato Blocco Studentesco, in questo quadro, va oltre la mera apparizione di squadristi dell'ultima ora nelle piazze, segnalando il tentativo di vecchia data di infiltrare il movimento, provocare per gettare discredito sulle sue componenti, annacquare la carica conflittuale delle lotte.
Lo squadrismo, in questo senso, è un segnale culturale lanciato ai soggetti che animano i conflitti dentro le facoltà. Lo sdoganamento del neofascismo, e sul piano pratico la legittimità che ad esso viene dato dalle istituzioni, tentano di costruire nell’immaginario comune l’idea che la repressione, la violenza machista, il razzismo e il sessimo siano l’estremo opposto dell’antagonismo sociale, della radicalità di pratiche e contenuti dei movimenti.
Picchiatori di oggi e di domani, ministri della guerra e della prevaricazione sociale in erba, questi vecchi e nuovi fascisti sono l’aspetto più visibile dell’autoritarismo diffuso.
La domanda che vorremmo porci è: quali saperi, per chi, in quale sistema?
E le risposte possono contenere una quantità di letture che sicuramente vanno ben al di là di una mera battaglia su questo o quel punto della riforma.
La ricchezza di analisi che il movimento studentesco ha prodotto in questi anni vorremmo fosse al centro del dibattito, dibattito che apre per noi studenti e studentesse di Roma tre il percorso verso e oltre il 25 aprile delle lotte sociali e delle nuove resistenze.
Assemblea permanente Roma Tre

mercoledì, aprile 14, 2010

La Rete Sociale dell’XI Municipio sulla verità dei fatti di stanotte a Valco San Paolo

La Rete Sociale dell’XI Municipio sulla verità dei fatti di stanotte a Valco San Paolo e le menzogne degli squadristi di Casa Pound e della loro succursale Blocco Studentesco.

La notte tra il 13 e il 14 aprile la rete sociale dell’XI municipio, rete plurale di associazioni, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare e collettivi studenteschi del territorio, mentre attacchinava i manifesti per la campagna referendaria per l’acqua pubblica e i manifesti dei collettivi studenteschi impegnati nella campagna elettorale universitaria, ha incontrato in zona Valco San Paolo un gruppo di militanti di estrema destra appartenente al Blocco Studentesco alias Casapound che si aggiravano armati di mazze chiodate, catene e bastoni fra i quali indubbiamente vanno annoverati quelli poi sequestrati, abbandonati per strada, dalle forze dell’ordine. Dopo aver più volte chiesto ai neofascisti di allontanarsi da un quartiere che in più occasioni ha dimostrato la sua natura antifascista e che troppo spesso è stato teatro, specie dentro e intorno all’ateneo di Roma 3, di aggressioni degli squadristi, siamo stati attaccati da una formazione paramilitare che ha rivelato gli stessi protagonisti e le stesse modalità del noto episodio dell’attacco all’Onda in Piazza Navona nel 2008.
La vittoria della destra alle ultime elezioni regionali ha rafforzato la convinzione di questi gruppi, che hanno le loro rappresentanze istituzionali all’interno del Pdl capitolino, di godere d’una totale impunità in forza dell’ampia copertura politica nelle istituzioni, come apparso già durante la campagna elettorale con i sanguinosi raid nell’ateneo di Tor Vergata da parte di Blocco Studentesco e di noti esponenti della sua casa-madre ossia Casapound, così come con la più folkloristica parata allestita nel quartiere Esquilino alla vigilia della “festa del Pdl” per la vittoria di Renata Polverini che ha sollevato proteste dei residenti. Non è dunque un caso che sia la stessa Casapound Italia, che si prepara a schierare le sue forze e a coinvolgere il Pdl nella marcia nazionale lanciata per il 7 maggio a Roma sotto le mentite spoglie di Blocco studentesco, a intervenire adesso sulla vicenda chiamando in causa sindaco della Capitale, neopresidente della Regione Lazio e addirittura il ministro degli Interni, oltre a cercare di imporre una pressione sulle autorità accademiche dell’Università Roma 3.
Respingiamo la montatura vittimista costruita da Casa Pound su un episodio che ha semplicemente fatto prendere corpo al clima di odio e d’intimidazione fatto crescere attraverso Blocco Studentesco nella sua scalata alle elezioni universitarie, ribadiamo la necessità di sospendere da queste la lista del Blocco Studentesco e denunciamo l’unilateralità dei fermi effettuati stanotte dalle forze dell’ordine intervenute. Chiamiamo alla solidarietà, alla vigilanza e alla mobilitazione tutta la Roma democratica, antifascista, antirazzista e antisessista, a partire dalla conferenza stampa che svolgeremo alle 14 di oggi stesso sui fatti della scorsa notte nella sala consiliare dell’XI Municipio e dall’iniziativa già da tempo stabilita per lunedì 19 aprile alle 15 nella facoltà di Lettere di Roma 3 dall’Assemblea permanente dell’ateneo e dalla rete Ram, in preparazione del prossimo 25 aprile.

Roma, 14 aprile 2010
Rete Sociale XI Municipio

lunedì, aprile 12, 2010

Ma quali quiz? Case, mense, borse di studio subito!

sabato, aprile 03, 2010

Presentazione libro: La Storia Negata, Il revisionismo e il suo uso politico