sabato, aprile 17, 2010

19 aprile ore 15 - Facoltà di Lettere - iniziativa sull’autoritarismo e la riforma Gelmini

Alle realtà del territorio e cittadine. Agli studenti medi e universitari.
L'assemblea permanente Roma Tre, a seguito del divieto da parte dell'ateneo di svolgere l'iniziativa sul neo-autoritarismo e le nuove resistenze del 19 Aprile organizzata con la Rete Antifascista Metropolitana, ribadisce che tale iniziativa avrà comunque luogo.
Il tentativo di ridurre le iniziative delle realtà autorganizzate d'ateneo a occasioni di scontro, come le ha definite il rettore Fabiani,in nessun modo può essere accettato da chi ogni giorno nell'università costruisce
conflitto, produce cultura e organizza percorsi sociali.
Autoritarismo, riforme universitarie, beni comuni e gestione della crisi, sono temi che assumono centralità soprattutto adesso che Roma Tre e il territrorio in cui è inserita sono attraversati da rigurgiti di neofascismo: fenomeno visibile di una più ampia strategia che mira a reprimere il dissenso e a imporre schemi machisti, razzisti e militaristi.
Come studenti e studentesse di Roma Tre, attivi anche in percorsi cittadini dalla questione abitativa ai diritti dei migranti, vogliamo aprire questa giornata ai soggetti che animano le lotte sociali a Roma, e che degli stessi fenomeni sono spesso vittime.
Rilanciamo dunque l'appello, e la discussione che a partire dalla riforma Gelmini sappia tracciare un quadro complessivo oltre l'università, grazie agli interventi delle realtà che vorranno condividere con noi la giornata del 19 aprile.
Non ci faremo dettare l'agenda dalle aggressioni fasciste e non ci faremo chiudere spazi per normalizzare quel clima di tensione che non è certo alimentato dal confronto culturale, ma dallo squadrismo organico ai progetti del potere.
Appuntamento per lunedi 19 aprile, ore 15.00, facoltà di lettere e filosofia Roma Tre.
via ostiense 234 metro B marconi.
Assemblea permanente Roma Tre
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APPELLO PER L'INIZIATIVA ANTI-AUTORITARIA A ROMA TRE
19 aprile 2010, ore 15, vasca della facoltà di lettere e filosofia
via ostiense 234. metro B marconi
Insieme alla rete antifascista metropolitana, l'assemblea permanente dell'università Roma Tre organizza un'iniziativa sull’autoritarismo e la riforma Gelmini.
Inserita nel percorso di identificazione delle nuove resistenze, per un 25 aprile attuale e dentro i conflitti sociali odierni, l'iniziativa vuole tentare di leggere la trasformazione dell’università dentro le dinamiche complessive della ristrutturazione del capitale e del neo-autoritarismo col quale si intende gestire la crisi.
La riforma Gelmini, e i decreti legge che la precedono, produce un impoverimento delle conoscenze ed esaspera il legame tra apprendimento e lavoro, considerando la formazione come passaggio organico alla precarietà esistenziale. E’ il tassello finale dei progetti europei avviati col processo di Bologna, il trattato di Lisbona, e fondati sui Cfu e la parcellizzazione dei saperi.
L'annientamento dell'aspetto pubblico dei sistemi formativi, l'apertura ai privati dei consigli d'amministrazione, la figura del manager sul modello aziendale, il passaggio dei fondi per il diritto allo studio al ministero dell'economia e le fondazioni private, dichiarano la volontà del governo di creare un’università di massa precaria con poli di eccellenza per le classi dirigenti.
E' un attacco al sapere critico, all'autonomia della ricerca e all'universalità del diritto alla conoscenza. E come ogni attacco ai diritti fondamentali, la gestione del dissenso da parte del potere si fonda sulla repressione, di cui gli arresti seguiti al G8 dell’ università a Torino a carico di decine di attivisti del movimento studentesco è stato il punto più alto.
Ma l’aspetto direttamente autoritario è l’esigenza del potere di asservire lo studio e la produzione intellettuale al sistema e agli interessi di aziende e multinazionali, creando zone di consenso laddove invece dovrebbero aprirsi spazi di critica, culture alternative, diffusione dal basso delle conoscenze.
A modalità di trasmissione orizzontali e multiformi del sapere, l’università italiana concepita dalle riforme degli ultimi vent’anni contrappone verticalità e frammentazione, specializzazione e frontalità gerarchica delle lezioni. Modalità che impongono inoltre un sapere maschile-dominante, che vorremmo fosse invece integrato da un sapere femminile, da sempre marginalizzato e considerato meno importante, indispensabile invece per riallacciare i fili di una storia dalla quale molte e molti sono stati esclusi.
Si propone così un sistema che mira a riportare le donne tra le mura domestiche anche attraverso una sempre più diffusa precarizzazione e diminuzione del lavoro di insegnamento, da sempre molto interessato dalla presenza femminile.
Lo studente e la studentessa sono dunque alienati dentro la fabbrica di precarietà, e sono sempre più privati di spazi di socialità e di autoformazione, costretti a organizzare il loro studio sulla rincorsa ai cfu, a subire i tempi esasperati dei ritmi imposti da tale rincorsa.
I loro stessi desideri e le dinamiche di autorganizzazione e di riappropriazione dentro e fuori le facoltà vengono schiacciati o impediti.
La ripresa di tempi e spazi, l’autonomia della ricerca e l’orizzontalità della conoscenza, l’autorganizzazione e la riappropriazione dei propri contenuti e dei propri bisogni, diventano allora fondamentali nella battaglia contro la riforma Gelmini e il sistema in cui si inserisce.
Il ruolo del gruppetto neofascista chiamato Blocco Studentesco, in questo quadro, va oltre la mera apparizione di squadristi dell'ultima ora nelle piazze, segnalando il tentativo di vecchia data di infiltrare il movimento, provocare per gettare discredito sulle sue componenti, annacquare la carica conflittuale delle lotte.
Lo squadrismo, in questo senso, è un segnale culturale lanciato ai soggetti che animano i conflitti dentro le facoltà. Lo sdoganamento del neofascismo, e sul piano pratico la legittimità che ad esso viene dato dalle istituzioni, tentano di costruire nell’immaginario comune l’idea che la repressione, la violenza machista, il razzismo e il sessimo siano l’estremo opposto dell’antagonismo sociale, della radicalità di pratiche e contenuti dei movimenti.
Picchiatori di oggi e di domani, ministri della guerra e della prevaricazione sociale in erba, questi vecchi e nuovi fascisti sono l’aspetto più visibile dell’autoritarismo diffuso.
La domanda che vorremmo porci è: quali saperi, per chi, in quale sistema?
E le risposte possono contenere una quantità di letture che sicuramente vanno ben al di là di una mera battaglia su questo o quel punto della riforma.
La ricchezza di analisi che il movimento studentesco ha prodotto in questi anni vorremmo fosse al centro del dibattito, dibattito che apre per noi studenti e studentesse di Roma tre il percorso verso e oltre il 25 aprile delle lotte sociali e delle nuove resistenze.
Assemblea permanente Roma Tre

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