I fatti dell’università La Sapienza devono spingere tutti coloro che vivono quotidianamente il nostro Ateneo a una presa di posizione netta su ciò che è accaduto e ad elaborare una risposta di condanna condivisa da studenti e studentesse, docenti, ricercatori, lavoratori e lavoratrici.
In un clima di qualunquismo e indifferenza, in cui l’antifascismo viene messo sullo stesso piano del fascismo, l’università, luogo di elaborazione dei saperi, di confronto delle posizioni e di ricerca storica, non può ammettere che vengano alimentate forme di revisionismo e di propaganda politica dichiaratamente nazi-fascista, quindi antidemocratiche. Il nazifascismo non può essere considerato un’opinione tra le tante; esso è invece una pratica e una cultura violenta contraria alla democrazia e per questo deve rimanere fuori dalle nostre facoltà.
Le nuove forme di fascismo si esplicitano nella messa in discussione dei diritti e della dignità dei migranti, nell’intolleranza verso tutti e tutte coloro che vivono diversamente la propria sessualità (lesbiche, gay, transessuali e bisessuali), nei raid squadristi contro i campi Rom. Le stesse uccisioni di Renato Biagetti a Focene e di Nicola Tommasoli a Verona, sono originate dal clima d’odio che ha generato l’aggressione agli studenti de La Sapienza.
Combattere il neofascismo significa abbandonare la politica dell’equidistanza, che equipara chi nelle facoltà promuove la partecipazione e chi invece la nega con atteggiamenti intimidatori; significa saper distinguere la ricerca storica e scientifica dal revisionismo funzionale alla propaganda politica.
E’ dovere dell’intera comunità accademica ribadire che l’antifascismo è il valore fondante della costituzione italiana, patrimonio comune della collettività e non di una stretta minoranza, e che il dibattito democratico presuppone il rifiuto di tutte le forme di intolleranza, di razzismo e di violenza squadrista.
Chiediamo infine a chi lavora e chi studia nel nostro ateneo di impegnarsi quotidianamente contro il neofascismo, la violenza e il clima di intimidazione, per un’università partecipata, democratica, in cui non abbiano più spazio episodi come quello de La Sapienza .
Studenti e Studentesse Antifascisti/e
giovedì, giugno 05, 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 comments:
Ottusità, solo questo io vedo nelle proposte; il concetto di fascismo, quello vero, quello di Maurras, non esiste più. comportamenti intimidatori? non sono caratteristici della destra ne della sinistra ma solo di chi travisa e usa tali concetti per sfamare il proprio concetto di potere; non mascheriamoci dietro questi avvenimenti per cercare per forza il nostro sessantotto, abbiamo già ottenuto tutto , troppo...
combattiamo contro chi inganna e affama il popolo senza attribuirgli colori di sorta o partiremmo male senza arrivare da nessuna parte.
Tolleranza ? sì ma concertata io faccio un passo verso te e tu ne fai due verso di me, perche ne hai fatti tanti per venire qui e ti manca molto poco.
Perchè non si diffonde questo concetto? premiare chi cerca di integrarsi come un figlio , ma punire severamente chi prende in giro chi ti sta ospitando, l'Italia non è il paese del Bengodi certo, ma si può vivere senza stuprare rubare uccidere, questo vale per tutti anche per gli italiani ma questa non può essere la scusa di sempre.
Posta un commento